In questa nuova puntata di Leoni Files - Le interviste si parla di libertà individuale da un punto di vista spesso dimenticato: quello del diritto penale. A partire dal caso Tod's, Carlo Amenta dialoga con Vincenzo Mongillo, professore ordinario di Diritto penale all'Università Unitelma Sapienza, per capire fino a che punto può spingersi lo Stato quando dice di voler "prevenire".
Le misure di prevenzione in Italia hanno una disciplina del tutto particolare, che riflette esattamente le peculiarità delle strutture criminali mafiose. Tuttavia, se prima era la giurisprudenza internazionale a sanzionare la pervasività di tali misure, in parte a causa della difficoltà a soppesarle al di fuori del loro contesto originario, nel tempo la loro applicazione si è effettivamente estesa fino a coinvolgere ambiti e vicende che con la criminalità organizzata hanno poco a che fare.
Dalla storia del codice antimafia al rapporto tra magistratura e impresa, la conversazione mette in luce le tensioni tra giustizia ed equilibrio delle garanzie, tra l'efficacia dell'azione penale e la tutela dei diritti fondamentali. Quando la prevenzione diventa una punizione anticipata su basi meramente indiziarie, cosa resta dello Stato di diritto?
Il dialogo invita a riflettere su quanto sia sottile il confine tra sicurezza e libertà, e su come l'applicazione indiscriminata di misure intese come un "male necessario a fin di bene" possa trasformarsi in un'autocensura degli inquirenti più coscienziosi e attenti ai diritti degli indagati o, nell'ipotesi più estrema, nell'esercizio di un potere senza limiti. Più che a schierarsi, è un invito a riflettere sulle sfide reali per un'amministrazione corretta - e liberale - della giustizia.