
| LeoniFiles: le interviste |
Ilya Somin, professore di Diritto alla George Mason University, amico dell'Istituto Bruno Leoni e autore di Democrazia e ignoranza politica, tradotto da IBL Libri, ha collaborato a uno dei procedimenti giudiziari in corso negli USA contro i dazi. In una nuova intervista LeoniFiles condotta da Serena Sileoni, Somin ci porta all'interno del dibattito pubblico statunitense e ci aiuta a coglierne la dimensione giuridica.
Parliamo dunque di due casi diversi, che in ultima analisi derivano dallo stesso argomento su cui si fonda la critica più avveduta alla presidenza Trump: la legittimità costituzionale dei suoi ordini esecutivi e, in merito all'interpretazione delle leggi che li motiverebbero, la misura del potere che intende reclamare sul Congresso.
Tanto il ricorso all'International Emergency Economic Powers Act del 1977 per motivare i dazi - che tale legge non menziona - quanto quello all'Alien Enemies Act del 1798 per espellere gli stranieri presupporrebbero una minaccia alla sicurezza nazionale, rappresentata rispettivamente da circostanze straordinarie e da atti di guerra da parte di un paese ostile.
Per Trump, l'emergenza sta nel deficit commerciale (tutt'altro che inusuale), e la guerra sarebbe quella alla droga sul fronte meridionale, da contrastare con l'espulsione di chiunque si ritiene sia coinvolto, e con un pugno duro che non si formalizza di fronte ad aspetti rilevanti come la raccolta di prove o il diritto al giusto processo.
Ma basta davvero che chi è al governo dichiari l'esistenza di una minaccia per investirlo di poteri d'emergenza capaci di sospendere i diritti anche dei suoi stessi cittadini? Noi, purtroppo, ci siamo abituati. E Oltreoceano? |
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